La Scuola Normale Superiore di Pisa si ritira dal progetto Horizon Europe “Trans4demo” per la presenza di partner coinvolti nel genocidio del popolo palestinese. Un passo indietro e uno avanti.

La Scuola Normale Superiore di Pisa è una delle prime università in Europa a decidere il ritiro da un progetto Horizon Europe a causa della presenza, tra i partner, della Hebrew University di Gerusalemme. 
La decisione è arrivata in seguito alla mobilitazione di studentx, docenti e personale tecnico-amministrativo, che hanno chiesto all’Ateneo di interrompere rapporti di collaborazione con istituzioni coinvolte nel sostegno al governo israeliano e alle sue politiche nei confronti del popolo palestinese. 

Tutto ha avuto origine nel corso dell’anno accademico appena concluso, quando il gruppo di studentx SNS4Palestine, con il supporto dell’European Legal Support Center, ha presentato una richiesta di accesso civico generalizzato. L’obiettivo era chiarire quali fossero i rapporti e gli accordi di ricerca intrapresi dall’Università con istituzioni israeliane. Dalla risposta dell’amministrazione è emerso che il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociologia ha preso parte al progetto “Trans4Demo” ad aprile 2024, a genocidio già in corso.  Nel consorzio di “Trans4Demo” figurano istituzioni israeliane, tra cui la Hebrew University, con sede a Gerusalemme Est, e l’“Israeli Energy Forum”, realtà poco trasparente circa le attività e i legami con il governo israeliano.  

La mobilitazione in università non è stata semplice: l’università, infatti, ha tardato nel rispondere alle richieste avanzate dal movimento studentesco. La richiesta di ritirarsi dall’accordo non è stata immediatamente accettata. Ma grazie alla determinazione della mobilitazione studentesca la Normale ha fatto un passo indietro, permettendo però un grande passo avanti nella battaglia che richiede l’interruzione di accordi con istituzioni complici del colonialismo israeliano e del genocidio che sta mettendo in atto. 


Che cos’è Horizon Europe 
 
Horizon Europe è il principale programma di finanziamento dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione, attivo per il periodo 2021–2027 con un budget complessivo di circa 95,5 miliardi di euro. Il programma non è limitato agli Stati membri dell’UE, ma è aperto anche a Paesi associati e partner internazionali, tra cui Israele, che partecipa a numerosi progetti. Israele dal 2021 ha ricevuto 200 milioni di euro di fondi Horizon per poter finanziare progetti di ricerca, alcuni dei quali risultano essere molto ambigui come nel caso del progetto Trans4demo. 
 
Un precedente importante 
 
Solo pochi giorni fa, il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva espresso la sua contrarietà all’ipotesi di escludere Israele dai progetti Horizon, dichiarando di preferire l’opzione di “sanzionare i coloni”. Una posizione che ha confermato la riluttanza del governo italiano ad assumere misure incisive nei confronti di Israele, considerato un partner strategico per l’Italia. 
 
In questo contesto, la decisione della Scuola Normale Superiore rappresenta un precedente importante che può aprire la strada ad altre università che rimangono ancora complici del genocidio e del sistema di colonialismo di insediamento sionista.  
Con il ritiro dal progetto “Trans4Demo”, l’Ateneo ha voluto affermare la propria responsabilità etica e scientifica, scegliendo di interrompere una collaborazione che avallava forme di oppressione, discriminazione o aggressione ai danni della popolazione palestinese. 

Durante la seduta del Senato Accademico del 22 luglio 2025, l’Università ha inoltre ribadito il proprio impegno “a valutare con la massima attenzione e cautela ogni accordo istituzionale e proposta di collaborazione scientifica che potesse attenere allo sviluppo di tecnologie dual use utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come continua ad avvenire, ormai quotidianamente, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania”. 

“È importante continuare a monitorare gli accordi e a fare pressione sulle istituzioni affinché prendano delle scelte chiare nei confronti di istituzioni che non solo producono sapere al servizio dell’occupazione ma che sono parte fondamentale del progetto coloniale. L’università deve essere uno spazio libero da ingerenze esterne e militari, deve essere luogo di produzione di sapere al servizio del bene comune.”
–  Kiran Chaudhuri, Senior Legal Officer European Legal Support Center

See More